Sempre più spesso si sente parlare di liberazione animale. Sempre più persone stanno acquisendo nel proprio vocabolario questa espressione, che, nell'essere ripetuta più e più volte, spesso a sproposito, può perdere il suo incisivo e reale significato.
La parola 'liberazione' evoca
nella propria etimologia il termine libertà; probabilmente uno dei valori più
importanti della società umana. Chiunque si consideri in qualche modo libero o
che riconosca l'importanza di una lotta per la propria libertà o per quella
collettiva, vede in questo valore uno dei capisaldi di qualsiasi società
evoluta.
Eppure non solo l'essere umano è
in grado di creare gabbie e sbarre per i propri simili, siano esse concrete
come le mura di una prigione, il filo
spinato di un CIE, o impalpabili come quelle alimentate da una visione
distorta, retrograda e non paritaria della struttura della società umana
stessa, ma pone in una condizione di schiavitù, di privazione forzata della
libertà, miliardi di individui ogni anno, in ogni parte del mondo.
Individui privati di un diritto
riconosciuto inalienabile in una società evoluta, per una discriminazione
basata sulla differenza di specie.
Eppure, amiamo la libertà in
quanto componente della società umana, o amiamo la libertà in quanto tale, in
quanto valore altissimo e nobile, per il cui ottenimento è lecito lottare e
mettersi in gioco in prima persona fino all'ultimo?
La libertà resta libertà, nel
modo in cui può essere vissuta da un essere umano così come da un qualsiasi
altro individuo di un'altra specie. Anzi, forse è solo l'essere umano a fare un
uso perverso della propria libertà, utilizzandola per andare a privare gli
altri, suoi simili e non, di tale preziosa ricchezza.
L'amore per la libertà non deve
quindi conoscere distinzioni. Non si può amare la libertà per un gruppo di
individui, mentre si è responsabili della schiavitù di altri individui,
soggiogati, sfruttati e uccisi perchè appartenenti ad una diversa specie.
Inoltre, nell'espressione
“liberazione animale” esiste quell'altra componente, 'animale', così banale
eppure così profonda.
Non siamo forse tutti animali?
Non è l'essere umano un animale anch'esso, che cresce, nutre, accudisce i
propri piccoli, per poi spingerli nel mondo, con la speranza che possano godere
della luce del sole, del meglio che questo mondo possa offrire, della tanto
amata libertà?
Cosa ci renderebbe diversi dalle
altre specie? La capacità di prevaricare gli altri, la capacità di sottomettere
e svilire i nostri simili o gli appartenenti alle altre specie? E se la
peculiarità dell'essere umano fosse quella di saper cercare il bene dei propri
simili, così come delle altre specie, la libertà degli individui e della
collettività, non sarebbe forse un mondo migliore?
Eppure anche oggi, 25 aprile
2013, mentre rivendichiamo il grido di libertà di chi si è immolato per la fine
della dittatura fascista, mentre rilanciamo il desiderio di lottare contro le
ingiustizie e le discriminazioni che ancora serpeggiano all'interno della
società umana, miliardi di individui si trovano in prigionia, sfruttati e
uccisi, mercificati ad uso e consumo umano.
E allo stesso tempo, mentre molte
persone prendono confidenza con gli aspetti, talvolta i più superficiali e
immediati, del concetto di “liberazione animale”, c'è chi vorrebbe vedere il
dono della libertà solo per gli schiavi non umani, non curandosi affatto della
violenza, dell'oppressione, delle gabbie che cingono e costringono molti
animali umani, sotto varie forme, tutte modellate dal più maligno
autoritarismo, un concentrato di feroce prevaricazione.
Per questo, chi vuole la
liberazione, chi vuole la libertà, non può volere il fascismo. Perchè il
fascismo è per definizione dittatura, coercizione, violenza, sopruso; il
fascismo è la non-libertà.
Il fascismo è la negazione di
tutto ciò che è vita, tutto ciò che è il naturale, istintivo desiderio, di ogni
animale, umano o non umano che sia, di essere libero.
Il fascismo non è un'idea. Il
fascismo non è un'opinione. E' la negazione di tutte le idee e di tutte le
opinioni. Un non-dialogo in cui le battute sono già sistematicamente
predisposte e scritte, senza libertà alcuna per voci al di fuori dal coro. Una
gabbia di ferro per una società assoggettata, schiavizzata, in cui anche il
solo desiderio di libertà, per sé o per altri individui, non è contemplabile.
La lotta per la liberazione
animale non è una lotta che parte dall'amore per gli animali. E' una lotta che
parte dall'amore per la libertà, per tutte le specie, umani e non umani.
A prescindere dall'etnia, dal
genere, dall'orientamento sessuale o dalla specie di appartenenza, tutti noi,
individui che popoliamo e condividiamo questo Pianeta, vogliamo la libertà. Una
libertà che può esistere solo nel momento in cui si consente agli altri di
essere liberi. Per questo non devono esistere più gabbie e non devono esistere
più schiavi.
Chi ama la libertà non può amare
il fascismo.
Liberazione animale è liberazione umana; liberazione umana è liberazione animale.
Per la libertà, oggi e sempre!
Antispecisti Libertari Brescia